DEPOSITI, di Roberto Vitali
(Presentazione della mostra "Depositi" del Centro Culturale Navile, Bologna, 1992)

Indice interventi      home

 




Siamo sempre stati convinti che non possa esistere un “arte” neutrale, riconducibile cioè ad un gioco intellettuale fine a sé stesso; e come in tutte le altre manifestazioni sociali è possibile anche qui individuare i sottintesi presupposti ideologici.
Proprio perciò apprezziamo l'opera di Cateno Sanalitro: essa infatti riflette, grazie alla sua concettualità, il caos e il disordine dominanti oggi in tutto il globo.
Possiamo così capire il vero significato dell'ossessiva ripetitività d'immagini ormai ridotte in frantumi, che finiscono con l'assumere l'aspetto di cumuli anonimi, di detriti; poco importa poi se si tratta di uomini, animali o altro, mentre è chiara l'allusione ad un mondo dominato da sconvolgimenti senza apparenti vie d'uscita.
E non a caso, emblematicamente, vengono coinvolti anche luoghi di regola non deputati: si pensi agli animaletti che escono dai lavabi della galleria per invadere altri ambienti, quasi un preludio a quell'ossessivo accumularsi di “cose” che scandiscono lo spazio, trasformandolo in deposito, muto testimone dell'umana follia.
Ne scaturisce un discorso duro e di forte impatto incentrato sulla provocazione, poiché l'artista supera il puro momento estetico suscitando nello spettatore una reazione emotiva che lo induca a riflettere e pensare.
Una mostra -insomma- estremamente rigorosa sul piano estetico e ben lontana da facili compiacimenti proprio perché calata entro la dura realtà quotidiana. Il tutto espresso con una serietà che allontana qualsiasi sospetto di retorica