Sanalitro e Zevola confronto d'artisti, di Dario Trento
(La Repubblica 19/9/1996)

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Lo Studio Cavalieri ha proposto un confronto tra due artisti: Cateno Sanalitro e Oreste Zevola. Nel foglio di presentazione Valerio Dehò sottolinea la diversità di poetica e, nell'insieme l'omogeneità dei risultati. In effetti i lavori mostrano non previste affinità. Sono ambedue composti da numerosi pezzi e disposti assecondando le dimensioni e la tipologia dell'ambiente. Sanalitro ha allineato file di animali di pasta bianca. L'ordine propone lo schema a scacchiera che tanta importanza ha avuto nella figurazione pop. Anche gli animali di materia e modellazione povera si ispirano ai linguaggi elaborati in quella stagione in America ed in Europa. Diverso ma altrettanto esplicito è l'orientamento di Zevola: le sue teste, gli omini, le mani e le lische citano letteralmente le invenzioni mitografiche di Paladino, mentre le case allungate che diventano paesaggi rimandano con sicurezza a Cucchi. Queste altre immagini (il repertorio principale saccheggiato dall'artista napoletano è quello della Smorfia), impresse e ritagliate come xilografie popolari (per un totale di 200 pezzi) sono distribuite per tutta la stanza come un cupo sciame di insetti o come uno stormo di rondini in migrazione. Infatti "Stormo" è il titolo del lavoro.
Sanalitro e Zevola sono quarentenni e hanno un bagaglio di memorie ed esperienze culturali per molti versi affine. Documentano la dispersione delle esperienze e lo sforzo, centrale a partire dagli anni 80, di produrre nuovi collanti, impalcature di supporto. Sanalitro macchine mitografiche elementari, Zevola……… Per ambedue il passo successivo da fare è forse nelle strutture di gerarchizzazione.